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sabato 2 dicembre 2017

RECENSIONE: Le fragilità del cuore






TITOLO: Le fragilità del cuore

AUTORE: Susan Elizabeth Phillips

EDITORE: Leggereditore

PUBBLICATO: 30/11/2017

PAGINE: 309

PREZZO: € 16,00







TRAMA

Annie Hewitt è un'attrice con poca fortuna, arrivata a Peregrine Island nel bel mezzo di una violenta tempesta di neve. Avvilita e al verde dopo aver speso tutti i risparmi per esaudire gli ultimi desideri della madre malata, non le rimane altro che una fastidiosa polmonite, due valigie rosse piene di burattini e un vecchio cottage, dove si nasconde una misteriosa eredità che potrebbe risollevare le sue finanze. Ma le giornate a Peregrine saranno tutt'altro che semplici per lei: destreggiandosi tra una vedova solitaria, una bambina muta e degli isolani ficcanaso, Annie scoprirà di essere impreparata ad affrontare la vita su quell'isola così fredda, selvaggia e inospitale. A complicare il tutto, l'inaspettato incontro con Theo Harp, l'uomo che le aveva spezzato il cuore quando entrambi erano solo adolescenti, diventato oggi uno scrittore solitario di romanzi horror. Ma quell'uomo sarà ancora temibile come lei ricorda o sarà una persona nuova? Intrappolati insieme in un'isola innevata al largo della costa del Maine, Annie non potrà più scappare dal passato e dovrà decidere se dare ascolto alla sua testa oppure al suo cuore...


RECENSIONE

Ciao lettrici, oggi parliamo di quella che è una delle regine del romance, "The Queen" indiscussa probabilmente Susan Elizabeth Phillips e il suo "Le fragilità del cuore".
Il romanzo è iniziato con una scena catastrofica e non vi nego che un po' mi ha gettata nello sconforto, non sapevo cosa aspettarmi e ciò per la prima volta non mi piaceva, avevo paura mi deludesse.
L'inizio è un po' inquietane, concedetemelo! La trama poi però, riesce ad intrecciarsi in un groviglio nitido e coinvolgente, facendo sviluppare istantaneamente la curiosità del lettore.
Lei è Annie Hewitt un'attrice un po' sfortunata, con parecchi problemi economici. Una ventriloqua che non si separa mai dai suoi pupazzi e che con loro fa ritorno nella sua casa materna. Lui è un fighissimo uomo di nome Theo Harp, apparentemente uno psicopatico, ma ricco, solitario ed intrigante come pochi, cela un lato buio che però Annie ricorda molto bene e le fa anche parecchio paura (per più che sane e giuste ragioni).
Onestamente non so cosa dirvi care lettrici, dato che ormai la Phillips ha tutto tranne che bisogno di presentazioni, la scrittura maestosamente fluida, il coinvolgimento come ho già detto è al 100%, la trama avvincente, forse un po' tetra ma sottile, il livello "hot" molto basso.
Se proprio devo dirla tutta, è stata una bellissima storia, ma da lei sono abituata ad avere di più e quel "di più" questa volta mi è mancato.
Ovviamente non posso non consigliarvelo, in quanto è e resta una bella lettura, ma non mi ha completamente appagata.

Vi abbraccio

C.


lunedì 30 ottobre 2017

RECENSIONE: Fino all'ultima parola










TITOLO: Fino all'ultima parola

AUTORE: Tamara Ireland Stone

EDITORE: Leggereditore

PUBBLICATO: 26/10/2017

PAGINE: 265

PREZZO: € 14,90







TRAMA

A prima vista Samantha McAllister sembra essere come tutte le ragazze della sua età, ma dietro il suo aspetto curato nasconde un segreto che non ha mai confidato a nessuno. Tormentata da un flusso continuo di pensieri negativi, paranoie e fissazioni, come quella per il numero tre, Sam soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo che rende difficile non solo il suo rapporto con gli altri ma anche e soprattutto con se stessa. C'è solo un luogo in cui riesce a sentirsi veramente libera: la piscina, per lei fonte di ispirazione, riconciliazione con il mondo e, soprattutto, con la propria mente. Ma una volta fuori dall'acqua, è tutta un'altra storia... Forse ciò di cui avrebbe bisogno è circondarsi di amici migliori, veri e profondi, proprio come lei. Decide così di entrare in un gruppo segreto, l'Angolo dei Poeti, per aprirsi a nuove esperienze. E qui, in modo del tutto inaspettato, incontra Aj da cui si sente subito attratta. Per Sam, però, è tutt'altro che naturale lasciarsi andare, e assecondare i propri sentimenti non sarà affatto un'impresa facile...


RECENSIONE

Buonasera lettori, il libro di cui vi parlo non è propriamente un libro facile, vi dico ciò perché inizialmente l’ho preso un po’ troppo alla leggera, probabilmente non ero mentalmente pronta ad affrontarlo e mi sono fatta angosciare non poco.
Il tema centrale è delicato ed importante, i disturbi, nel particolare quelli ossessivi compulsivi non devono essere un tabù, anzi, bisogna parlarne ed affrontarli, è così che voglio iniziarvi a parlare di “Fino all’ultima parola”. Questo libro è diverso dagli altri, è vero, stracolmo di problemi reali che si conoscono troppo poco in alcuni casi e fin troppo bene in altri.
Sam è una protagonista problematica, che però lotta con tutte le sue forze fingendosi normale, fingendosi quella che non è, ma in fondo cos’è la normalità? Una protagonista che ha fatto breccia nel mio cuore fin da subito, ma che mi ha anche trovata contraria su parecchie scelte. Caso contrario AJ, un personaggio fondamentale che ho adorato fin da subito, fin dalla sua prima scontrosa entrata in scena, uno di quei personaggi che ti fanno desiderare di conoscerlo realmente.
Diciamocelo, probabilmente la società ci preferisce come degli stampini, tutti uguali, tutti vestiti allo stesso modo, con le stesse passioni e gli stessi modi di vivere. Ma non è così! Questo libro vuole farci capire che non è importante essere uguali agli altri, ma accettarsi per ciò che si è!
Dovete trovare il coraggio e la forza di leggerlo, quello che tra una pagina e l’altra stava lasciando me, lo vedevo come una cosa troppo dura da affrontare, non mi sentivo pronta, ma arrivata al fulcro del libro, alla spiegazione che mi ha aperto gli occhi, mi sono resa conto che il tutto è reale e scappare non serve a nulla. Ero tentata di lasciare la lettura e per fortuna non l’ho fatto. Ora posso dirvi con assoluta certezza che DOVETE assolutamente leggerlo, perché è una di quelle letture che ti insegna e che lascia inevitabilmente un segno dentro di te.
Voglio lasciarvi con una frase, che credo scriverò a lettere cubitali contro il muro della mia camera da letto.
“Tutti hanno i loro problemi” 

“Lo credi sul serio?”

“Certo! Ma alcune persone sanno recitare meglio di altre.”
Consiglio assolutamente.
Un bacione
C.

mercoledì 11 ottobre 2017

RECENSIONE: Alla ricerca dell'isola perduta





TITOLO: Alla ricerca dell’isola perduta

AUTORE: Stefano Giannotti

EDITORE: Altromondo Editore di qu.bi Me

PUBBLICATO: 22/12/2016

PAGINE: 142

PREZZO: € 13,00





TRAMA

Da Marsiglia, città di mare, Andrea, in compagnia del capitano Achab, parte alla volta di un'isola perduta. Cosa c'è di strano? Sull'isola gli incontri si susseguono con personaggi di cui non si riesce a capire se siano usciti dalla letteratura o semplici omonimi ma con ciascuno di essi intrattiene conversazioni di varia natura. Il ritorno a casa prevede diversi scenari possibili in cui protagonista, narratore e scrittore si intersecano a vicenda proponendo possibili soluzioni, perché alla fine la letteratura è la dimostrazione che la vita non basta.



RECENSIONE

Carissimi lettori, per chi mi segue da un po’ ormai sa che per me l’occhio vuole la sua parte, quindi inizio questa recensione con un pro e un contro. Pro: bella la copertina, molto intrigante e mi è piaciuta la carta utilizzata ruvida, mi ha dato una sensazione di altri tempi. Contro: la scrittura (parlo di estetica) troppo fitta e le pagine sono troppo piene. Vero è che il libro è particolarmente piccino, quindi capisco anche che se la pagina è piccola e non la riempio mi servono 600 pagine, ma a me piace la scrittura che respira.
Tolte le frivolezze, vi dico che Andrea, protagonista indiscusso intraprende il suo viaggio, un’avventura istruttiva e stupenda che parte da Marsiglia, e fa incontrare svariati personaggi che fanno riflettere profondamente il protagonista. Mi è piaciuto molto anche lo “strano” Achab, il quale ha fatto riflettere sicuramente Andrea ma anche me, perché viaggiare non significa solo prendere un aereo, un treno, una macchina o un qualsiasi mezzo di trasporto, viaggiare significa anche sognare o per noi lettori aprire un libro, perché i viaggi non sono e non devono essere solo fisici.
Il messaggio del libro è indubbiamente profondo, ma lo stile dell’autore rasenta il filosofico, è tutt’altro che semplice, talvolta l’ho trovato fin troppo complesso. La lettura è stata comunque molto piacevole e fluida.
L’epilogo mi è piaciuto tantissimo, è stata una vera sorpresa e ne sono rimasta ammaliata, praticamente il finale è mio. E il mio finale cari lettori, non sarà uguale a quello di ognuno di voi. Avrete anche voi il vostro finale, perché spesso (o almeno io lo faccio) mi carico di aspettative e alla fine critico sempre il finale, anche se mi è piaciuto in fondo, però si poteva sempre fare di più.
Un libro profondo, intenso, che ironia della sorte, vi farà viaggiare con la fantasia.

Vi abbraccio
C.

sabato 12 agosto 2017

RECENSIONE: Francesca



TITOLO: Francesca

AUTORE: Manuela Raffa

EDITORE: Piemme

PUBBLICATO: 07/03/2017

PAGINE: 355

PREZZO: €18,50









TRAMA

Francesca da Polenta è una donna fuori dal comune. Lettrice appassionata, dotata di forte intuito anche per argomenti solitamente maschili, fin da giovanissima viene citata dai menestrelli di corte come una delle fanciulle più belle della penisola. Per suo padre Guido, è l'unica donna che valga quanto un uomo, l'unica in grado di tener testa ai suoi discorsi, l'unica il cui destino gli stia a cuore. Ma un uomo di potere sa che il bene del casato vale più dei propri sentimenti. Per questo, quando Giovanni Malatesta gli chiede la sua mano, Guido non riesce a negargliela. E così che, a sedici anni, Francesca da Polenta cede il posto a Francesca da Rimini. Mai avrebbe pensato a un matrimonio senza amore, con un uomo brutto e privo di cultura, ma, contrariamente alle aspettative del padre, accetta la decisione senza ribellarsi. Una vita lontana dal mondo cavalleresco che ama, questo è ciò che si aspetta da quell'unione. Fino al giorno in cui conosce Paolo, il fratello di suo marito. Paolo non solo è affascinante, ma è curioso, colto, pieno di premure e di considerazione per le sue idee. E l'uomo che avrebbe voluto accanto. E l'uomo che amerà, per tutta la vita. E a causa del quale perderà quella stessa vita. La storia di Paolo e Francesca, relegati nell'Inferno dantesco tra i lussuriosi, ha riempito la bocca degli innamorati nel corso dei secoli. Ma delle due persone nascoste dietro alla fama immortale, si è sempre saputo poco. Manuela Raffa ricostruisce la vita di una donna, le sue passioni, le sue ambizioni, le sue inclinazioni, fino all'ultimo tragico evento; e la trasforma da simbolo dell'amore eterno e peccaminoso a donna in carne e ossa.


RECENSIONE

Proprio ieri ad una rievocazione storica h incontrato Dante, se ne andava in giro con la sua tunica rossa e la sua corona d’alloro e raccontava un po’ di tutti, ma si soffermava particolarmente su un girone, quello di Paolo e Francesca, il V Canto quello dei Lussuriosi, e chi non lo ricorda!? Io ne ero follemente innamorata! In assoluto uno tra i miei canti preferiti, Paolo Malatesta e Francesca Da Polenta, e chi non li conosce?
Prima cognati e poi inseparabili amanti, uccisi (dal marito di lei e fratello di lui) a causa del loro amore, sbocciato tra le pagine del libro “Re Artù e la tavola rotonda” durante la descrizione del forte amore tra Lancillotto e Ginevra. Vabbè, potrei star qui a scrivere per ore ma non voglio dilungarmi.
Diciamo che Manuela Raffa ha tessuto la propria ragnatela passo dopo passo, attorno a questa storia d’amore così complicata ed estremamente proibita. Ci racconta la storia di questa protagonista partendo dalla sua adolescenza, ovviamente non troppo facile dato il ruolo delle donne nella società dell’epoca. Il matrimonio della bella e intelligente Francesca fu per lei un duro colpo, non è certo un segreto dati gli eventi, ma questo libro narra la bellezza dell’amore con Paolo, fin dal suo principio per poi giungere alla sua tragica fine.
Ho adorato poter leggere gli umori, i pensieri e i vari stati d’animo del marito, e mi ha colpita notevolmente capire che nonostante non fosse ricambiato continuava ad amare sua moglie alla follia. Certo è che sto poverino comunque, è stato tradito da due delle persone più care al mondo, moglie e fratello, non ci potevamo mica aspettare che reagisse bene!
La scrittura dell’autrice è fluida, attanaglia il lettore e scatena un’innata curiosità per una cosa che tutti conosciamo. C’è qualcosa nelle parole di questa autrice che soffia aria di novità e interessa il lettore.
Vista la copertina mi sarei aspettata una lettura storica, invece sono rimasta piacevolmente colpita dal fatto che in realtà quello non è esattamente il genere di appartenenza (al contrario di quel che si possa pensare).
Ok, lo ammetto, non mi sarei mai aspettata che mi piacesse così tanto.
Straconsigliato!

Buona lettura.
C.

martedì 28 marzo 2017

RECENSIONE: Canto Breve



TITOLO: Canto Breve

AUTORE: Pietro Fronterrè

EDITORE: Intrecci Edizioni

COLLANA: Enne di Intrecci

PAGINE: 106

PREZZO: €11,00








TRAMA

Pietro Arezzo, un affermato e noto storico dell’arte di livello internazionale, decide di fare il ritorno nella sua città di origine, un piccolo paese del sud che si affaccia sul mare, con magnifiche spiagge e caldo intenso.
Un viaggio questo, che lo porterà a rivivere i luoghi della sua infanzia, da cui riaffioreranno ricordi ma hai sbiaditi e sapori mai sopiti. In questa terra calda e piena di sole Pietro incontra Donatella, una giovane donna, dalla quale sarà completamente travolto. Un amore adulto e passionale che porterà Pietro ad una nuova consapevolezza di sé, della vita e dell’amore.
Un romanzo che vuol essere un inno all’amore e alla bellezza del nostro Paese.



RECENSIONE

Probabilmente all’inizio di questa lettura mi aspettavo tutt’altro, ma la promessa fatta nella trama, ossia che il romanzo in questione vuole svela e raccontare la bellezza del nostro Paese, è sapientemente mantenuta dall’autore. Non vi nego che questo romanzo mi ha trasportata in luoghi che non avevo mai visto e riportata in luoghi vicini e somiglianti a questo paesino del Sud, che ho visitato facendomeli in tal modo rivivere.
Ho ritrovato nel romanzo tanta verità, soprattutto sul fatto che quelle persone così invadenti e curiose, che circondano Pietro (il protagonista) fin dall’inizio, sono poi allo stesso tempo così gentili e disponibili, in grado di far sentire chiunque come fosse a casa sua.
Nella mia mente, più leggevo e più si fondeva l’immagine del protagonista con quella dell’autore, in realtà non so se l’intento fosse quello ma ho percepito questa sensazione, forse lo stesso nome o lo stesso paese di nascita dell’autore dove è ambientato il romanzo, non so, ma ciò mi è piaciuto molto, era come conoscere l’autore.
Il nesso con l’arte è bellissimo, mai avevo letto in un libro tanta sapienza in merito a questo tema, comprensibile data la passione dell’autore, (passione che effettivamente ci accomuna molto, dato che anche nella mia famiglia l’arte contemporanea ci sommerge).
Il libro è breve, ma il linguaggio utilizzato è semplice ed è proprio ciò a catturare il lettore, a farlo sommergere nella lettura e a farlo incollare alle pagine di questo libro. Effettivamente però, ho notato una scrittura adulta, mi spiego meglio, un linguaggio che seppure semplice è molto maturo, che mantiene un ritmo lento. Da poco più che ventenne non ho apprezzato particolarmente questa caratteristica, che al contrario sarebbe piaciuta molto alla mia vicina di ombrellone (ho ritrovato lo stesso stile di un libro che mi prestò lei).
La fine di questo romanzo è dolorosa, molto dolorosa, ma è una conclusione giusta che pone un punto e che fa riflettere moltissimo.

Un bacio
C.

giovedì 16 marzo 2017

RECENSIONE: Quattordici giorni. Un viaggio all'interno del sistema



TITOLO: Quattordici giorni. Un viaggio all'interno del sistema
AUTORE: Christian Sciatt
EDITORE: Echos Edizioni
COLLANA: Latitudini
PUBBLICAZIONE: 30/10/2015
PAGINE: 114
PREZZO: €10,00




TRAMA

Bastano dei ricordi, un foglio di carta e una matita per cambiare prospettiva. Ed ecco che il chirurgo diventa un manovale pieno si sé, la morte una scocciatura di fogli da compilare, l'ambulatorio una catena di montaggio, la sala operatoria una macelleria di carne umana, il paziente un numero da dimettere al più presto evitando possibilmente un coinvolgimento legale. La medicina smitizzata, enucleata del suo aspetto vocazionale. Il paziente visto dalla parte del medico disilluso, stufo di dover visitare malati immaginari e spazientito nel vedersi attorno più amministrativi che colleghi. Non è tutto nero però. C'è spazio per momenti divertenti, per l'amicizia e per l'amore. La solitudine fa da sfondo a questa carrellata di ricordi, scritti da un vecchio murato vivo in quello che ora chiamano "lungodegenza" ma che non è altro che la sala d'aspetto della morte.


RECENSIONE

Questa lettura particolare secondo me non è adatta a tutti, vi spiego il motivo: molto spesso si tende a dimenticare che i medici, esattamente come i pazienti, sono esseri umani e non si è preparati a sentir dire la verità, ovvero che alcuni di loro, nonostante la gravosita' del ruolo che ricoprono, svolgono il loro mestiere senza alcun coinvolgimento né dedizione. Quando si parla di medici si parla di vite umane, le nostre, è per questo che si tratta di una lettura difficile. Nel particolare è lo sfogo di un medico che ha coltivato con fatica ed impegno la propria passione, per poi rendersi amaramente conto della realtà delle cose. I retroscena raccontati nel libro spesso mettono i brividi, se non altro perché emerge la disattenzione nei riguardi dei pazienti in quanto persone, ma non solo. Se da un lato è impossibile non immedesimarsi nella sofferenza dei pazienti, è altrettanto vero che questi molto spesso esasperano il medico con il loro comportamento o pretendono da lui cure miracolose quanto impensabili, rimanendo delusi quando dalle analisi risultano essere in perfetta forma e non avere alcun bisogno di farmaci. Questo, unito ad orari di lavoro massacranti, ha come risultato la graduale rassegnazione. Resta solo l'etica professionale a qualcuno che ha visto il suo sogno trasformarsi poco a poco in un incubo.

Un libro certamente potente, da capire, che ci apre gli occhi su un mondo che spesso non conosciamo davvero.

Vi abbraccio
C.

venerdì 1 luglio 2016

RECENSIONE: Nel tuo respiro (A Pound of Flesh)


TITOLO: Nel tuo respito (A pound of flesh)

AUTORE: Sophie Jackson

EDITORE: Fabbri

COLLANA: Fabbri Life

PUBBLICATO: 18/05/2016

PAGINE: 409

PREZZO: €15,90











TRAMA
Max non riesce a lasciarsi alle spalle il passato: la dipendenza dalla droga, la fine della sua storia con Lizzie - la donna di cui era follemente innamorato e che non è capace di dimenticare - e la perdita del loro figlio. Dopo un periodo di disintossicazione in clinica, e dopo aver imparato a esplorare le sue paure più profonde e ad affrontare i tremendi incubi che lo tormentano ogni notte, Max decide di mollare tutto e trascorrere qualche mese in una cittadina in mezzo a i boschi. E lì, lontano dalla metropoli, lontano dalle tentazioni, incontra Grace. Con il suo innato ottimismo e il suo amore per l'arte e la fotografia, sembra essere la ragazza perfetta. Nessuno però sa da dove venga, a perché sia così riservata riguardo al proprio passato. Nel corso del tempo, grazie alle ore trascorse a correre insieme lungo i sentieri di montagna e a un'attrazione sempre crescente, Max e Grace iniziano ad avvicinarsi l'un l'altra. Ma lui sarà ancora in grado di aprire il suo cuore e farsi travolgere dall'amore?


RECENSIONE
Questo è il secondo libro della trilogia (A Pound of Flesh), il cui primo capitolo è “A fior di pelle” di cui potete leggere la recensione QUI.
Proprio come il primo ha la narrazione in terza persona e ugualmente ciò, nonostante non sia di mio gradimento, non è stato un problema. Non mi ha sorpresa la fluidità della lettura, ma il libro nella prima parte non mi ha presa, non è stato capace di coinvolgermi. Devo ammettere che probabilmente le mie aspettative erano alte, ma visto il primo libro, non capisco perché non dovessero esserlo.
In tutto questo “non coinvolgimento” ho trovato però delle parti, delle frasi, che mi hanno fatta riflettere molto, testimonianza della bravura  dell’autrice. Ad esempio c’è questa frase che mi è rimasta impressa , cito: “[…] Quella famiglia era una forza della natura e aveva portato più soldi di chiunque altro. Per la comunità, lo zio Vince era un vero eroe.”. Cosa avrà questa frase di tanto speciale? La sua profondità ed il fatto che ho avuto più di una conferma sul fatto che almeno in Italia, ciò che ha scritto Sophie Jackson è del tutto irreale. Ho più di qualche valida ragione per affermarlo, prima di tutto l’invidia regna sovrana, mi concedo margini limitatissimi di eccezione, e poi la maggior parte delle persone sono convinte che un imprenditore che ha portato lavoro in una realtà (parlo di realtà più o meno piccole, dove il tutto è più evidente) in realtà lo ha fatto per un unico scopo personale ed egoistico. Ovviamente da brava studentessa di Economia non è mia intenzione smentire ciò, ma possono esserci altre e mille motivazioni che non saranno mai prese in esame, perché sei in Italia e devi ringraziare Dio che ci siano gli operai che ti aiutano sennò l’imprenditore (secondo il parere generale) non avrebbe fatto nulla.
Chiudiamo questa parentesi economica e torniamo al romanzo, cambiano i protagonisti, Max è un bel personaggio, problematico ed accattivante, diciamo che però non è un personaggio nuovo, anzi,  si era parlato di lui abbondantemente nel primo libro, la vera novità è Grace. Anche lei rappresenta una persona problematica con un fardello più che pesante sulle spalle dipeso da un passato tutt’altro che facile e felice.
Entrambi i volumi non narrano di una storia semplice o leggera, ma nel suo complesso è sicuramente una storia capace di trasmettere molto al lettore, convincendolo soprattutto dell’esistenza delle seconde opportunità, smentendo il detto “il treno passa una volta sola”.
Alcuni dettagli sono stati sbalorditivi, ad esempio il tatuaggio di Max è stato un passaggio intenso, la spiegazione, il modo dettagliato in cui è stato descritto mi hanno colpita. Alcuni passaggi li ho trovati un po’ scontati mentre altri mi hanno fatto inumidire gli occhi.
Ho apprezzato molto il fatto che seppur cambino i personaggi principali, la storia di Kat e Carter continua, viene solo vista sotto un’altra prospettiva e con un ruolo secondario rispetto al primo libro.
Comunque anche se non nego che sia un bel libro, io ho apprezzato più il primo.
Lo consiglio sicuramente ma solo a chi ha letto il primo volume della trilogia!

Vi auguro una buona lettura

C.

domenica 14 febbraio 2016

RECENSIONE: Preghiera per Cernobyl'



 Titolo: Preghiera per Cernobyl'

Autore: Svetlana Aleksievic

Editore: Eo

Pubblicato: 20/10/2015

Prezzo: €14,00













PREGHIERA PER CERNOBYL
(Svetlana Aleksievic)



TRAMA

Premio Nobel per la Letteratura 2015
«Questo libro non parla di Černobyl’ in quanto tale, ma del suo mondo. Proprio di ciò che conosciamo meno. O quasi per niente. A interessarmi non era l’avvenimento in sé, vale a dire cosa era successo e per colpa di chi, bensì le impressioni, i sentimenti delle persone che hanno toccato con mano l’ignoto. Il mistero. Černobyl’ è un mistero che dobbiamo ancora risolvere... Questa è la ricostruzione non degli avvenimenti, ma dei sentimenti. Per tre anni ho viaggiato e fatto domande a persone di professioni, destini, generazioni e temperamenti diversi. Credenti e atei. Contadini e intellettuali. Černobyl’ è il principale contenuto del loro mondo. Esso ha avvelenato ogni cosa che hanno dentro, e anche attorno, e non solo l’acqua e la terra. Tutto il loro tempo. Questi uomini e queste donne sono stati i primi a vedere ciò che noi possiamo soltanto supporre... Più di una volta ho avuto l’impressione che in realtà io stessi annotando il futuro».



RECENSIONE

Ho letto questo libro per pura curiosità dopo averne sentito parlare molto.
Tutto ciò che riguarda il tristemente famoso incidente nucleare di Cernobyl lo conosciamo grazie a documentari e telegiornali, ma non sappiamo cosa ci sia stato dietro, non sappiamo cosa ne sia stato delle persone le cui abitazioni si trovavano vicino al reattore e delle loro storie a partire dall'esplosione in poi.
Il libro è di alcuni anni fa e riporta le interviste a persone che hanno avuto direttamente a che fare con la radiazione e posso dire che finito di leggere ho pensato che il Nobel fosse assolutamente meritato.

Scrittura scorrevole anche perché l'intento è soprattutto quello giornalistico.

L'intero libro è un insieme struggente di interviste a gente di ogni estrazione sociale, dai contadini che non concepivano cosa mai fosse questa radiazione, tanto pericolosa ma che neanche si vedeva, a persone colte, addirittura ingegneri che lavoravano all'interno della centrale e che invece sapevano benissimo da subito quali sarebbero state le tremende conseguenze del disastro, un disastro i cui effetti stanno emergendo soltanto oggi, ai nostri giorni, e che è ben lontano dall'essere superato, anzi è appena agli inizi.

Le sensazioni ed i sentimenti delle persone travolte dalle conseguenze dell'esplosione del reattore di Cernobyl sono toccanti, mi sono commossa ben più di una volta, anche perché c'è una costante tremenda che le accomuna: tutti questi uomini, donne e bambini (tantissimi bambini!) sono gravemente malati delle più disparate tipologie di cancro ed altrettanti sono morti.

Poco si parla dell'incidente in sé, l'autrice ha il grande merito di aver osservato il fattore umano ed è questa la grandezza e la potenza di questo libro.
Lo consiglio solo a chi non è facilmente impressionabile, le situazioni reali descritte dimostrano che quando la realtà ci si mette può essere più raccapricciante di qualsiasi film dell'orrore.
Altrettanto importante è la denuncia ad un governo che ha nascosto, ha occultato ed ha minimizzato un disastro immane che ancora oggi resta grave esattamente come nei giorni in cui è successo, ma ci fa anche conoscere un popolo fiero e forte che ha saputo affrontare una tragedia che tutti noi facciamo perfino fatica ad immaginare.


Assolutamente da leggere per ritrovarsi faccia a faccia con qualcosa che renderà difficile dormire la notte.
E.