Lucrezia Scali ha risposto alle nostre domande e per questo la ringraziamo.
Di seguito l'intervista.
Lucrezia Scali autrice di "Te lo dico sottovoce" |
Lodoredeilibri7: Da dove ha origine la tua passione
per i romanzi d'amore?
Lucrezia: Ciao e grazie mille per
l’opportunità. Allora, non so dirti con l’esattezza quando ha avuto origine la
passione per i romanzi d’amore, anche perché io leggo di tutto ma scrivo
principalmente romance. Non so, forse perché l’amore è il motore della vita,
qualcosa che accomuna un po’ tutti noi.
Lodoredeilibri7: Ci sono state esperienze personali
tue che ti hanno ispirato la stesura del romanzo?
Lucrezia: Assolutamente, sì. A partire dal
cane della protagonista che è il mio cane, Bubu, e tante altre piccole cose che
fanno parte dei miei ricordi di bambina e di persone che ho realmente
conosciuto. Ovviamente la maggior parte è tutta opera di fantasia.
Lodoredeilibri7: Un libro che ami?
Lucrezia: Uno? Per una persona che legge in
media 100 libri all’anno è praticamente impossibile. Però voglio dirti Piccole
donne.
L: Io adoro gli animali ed ho un
cane, quindi mi interessa molto l'argomento pet therapy da te
trattato con grande maestria e
conoscenza. Parlami del legame che può trasformare l'amore e la compagnia di
una animale in terapia.
Lu: Ho deciso di parlare di pet therapy
perché è un argomento ancora poco approfondito in Italia, anche se devo
ammettere che nell’ultimo periodo ci sono state diverse novità. Io credo
nell’amore incondizionato che può donare un animale, e questo può solo fare del
bene alle persone. Loro non ti giudicano, loro non hanno preferenze, loro non
ti voltano le spalle, ma sono sempre lì pronti a regalarti il loro entusiasmo.
Come può qualcosa di così spontaneo e genuino fare del male a dei pazienti? È
stato riscontrato che gli animali possiedono una serie di qualità terapeutiche
che riescono a migliorare la qualità della vita di un paziente, ovvio non a
termine di guarigione.
L: Sempre relativo alla domanda
precedente, nel libro si fa un accenno a coloro che sono contrari a questa
pratica, cosa vorresti dire a chi nella vita reale ha questa visione della
pet therapy?
Lu: Il discorso è molto ampio, c’è chi
non approva la pet therapy ma sono scelte discutibili, mentre non tollero chi
non rispetta gli animali. Non posso essere amica di una persona che maltratta
il proprio animale, che lo usa per scopi di lucro, che lo prende e poi lo
abbandona e potrei andare avanti per ore. Ecco, dovrebbero ricevere lo stesso
trattamento.
L: Essendo tu una veterinaria ed
essendo l'argomento "animali" un tema fondamentale del libro, voglio
farti una domanda delicata. Ad oggi sono purtroppo molto frequenti i
maltrattamenti sui nostri amici a quattro zampe, ci potresti parlare delle tue
esperienze in proposito?
Lu: In realtà devo ancora laurearmi.
Posso dirti che ho voluto inserire in questo romanzo alcune delle tematiche che
mi stanno molto a cuore. In Te lo dico sottovoce si parla di lotte tra cani,
abbandono, maltrattamenti, e ho voluto mettere in luce queste situazioni che si
verificano ogni giorno, per cercare di sensibilizzare un po’ il lettore a
riguardo.
L: Un po’ di psicologia dei
personaggi: la figura del padre di Mia è ambigua. All'inizio è sottomesso alla
moglie, poi sembra cambiare decidendo di pensare con la sua testa. Spiegheresti
il percorso di crescita di questo personaggio? Come mai solo alla fine decide di
uscire dal suo guscio?
Lu: Il personaggio del padre è una
figura che mi ha creato un po’ di difficoltà nel descriverlo. Sarà perché ho un
rapporto un po’ travagliato con il mio papà, e quindi volevo creare un
personaggio in grado di ribellarsi. Ecco, volevo che uscisse fuori la sua vera
natura e che si riscattasse, rompendo tutti gli schemi e le imposizioni della
moglie e della famiglia in generale. In fondo Mia ha ereditato anche metà dei
geni da parte del padre, no? J
L: Il passato difficile dei due
protagonisti è la parte drammatica del libro. Come mai la scelta di dare un
così grande peso alle esperienze passate? Che genere di rapporto hai con il tuo
vissuto?
Lu: Ognuno di noi è il risultato
dell’educazione e delle esperienze che ha vissuto. Non tutti hanno avuto la
fortuna di avere una vita perfetta e senza una minima crepa, io in prima persona.
Così l’idea di inserire due personaggi molto diversi tra loro, ma entrambi
segnati da un dolore simile. Metterli a nudo in questo modo è stato un po’ come
mettere a nudo me stessa, facendo risaltare le paure e gli ostacoli della vita.
L: Cosa vorresti dire in merito al
tuo romanzo?
Lu: Io sono negata nel promuovere quello
che faccio e rischio di ottenere il risultato opposto. Che dire? Io ho messo
tutto il mio cuore in questa storia e spero che possa regalare qualche emozione
anche a chi lo legge.
L: Ti aspettavi il successo che hai
avuto?
Lu: Non so se possiamo chiamarlo
successo. In realtà il mio successo è stato quello di arrivare in libreria e
vedere il mio libro esposto. Tutto il resto è stato qualcosa di inaspettato e
che mi fa scoppiare il cuore di gratitudine per chi ha deciso di darmi
un’opportunità.
Nessun commento:
Posta un commento