giovedì 22 settembre 2016

Il vincitore del Giveaway è...


INCIPIT DEL LIBRO IN PALIO
"Fuoco e ghiaccio"
di Carmilla D
edito da Intrecci Edizioni

Nuovo anno accademico 
L’inizio del semestre mi faceva sempre un certo effetto, pur non essendo una novità, per me. Guidavo nel traffico mattutino come un automa, la strada scorreva sotto le ruote del mio coupé come l’acqua di un fiume che mormora tranquillo, tanto la conoscevo a memoria. Mi imbambolai, in coda all’ennesimo semaforo che mi portava in facoltà, e tra me e me pensai che era una fortuna avere il posto riservato nel cortile. Già, chissà dove avrei parcheggiato sennò… Certe volte ero proprio pigro. O forse dovrei dire annoiato? Senz’altro si trattava di noia; anche perché camminare o correre non mi costava nessuna fatica, se non il disturbo che dovevo prendermi per moderare l’andatura. Il fatto di avere sensi così sviluppati era davvero un pregio in certi casi, mi permetteva di perdermi nei miei pensieri senza badare alla strada o al traffico. Il più delle volte erano rivolti a questioni piuttosto concrete o a problemi professionali. Ero molto meno avvezzo invece alle speculazioni di carattere filosofico; non tanto perché non le amassi, ma perché nel corso dei secoli avevo elaborato una visione della vita tutta mia. Per quanto riguardava la religione invece il discorso era del tutto diverso. La fede per me era un tasto così delicato che non l’avevo mai presa sotto gamba. Mi ritenevo un buon credente, ligio ai doveri di cattolico: presenziavo alla santa Messa quasi ogni domenica e mi presentavo di tanto in tanto dal padre confessore; purtroppo non avevo mai potuto dire proprio tutta la verità perché, segreto o non segreto, avevo sempre temuto che qualche reverendo oltremodo zelante chiamasse la neuro per farmi internare. Certo che mi ponevo l’interrogativo di che cos’ero agli occhi di Dio Padre; ma in tutto il tempo che avevo avuto, le ricerche e gli innumerevoli tentativi di sondare il problema con chi sembrava saperla più lunga di me erano purtroppo falliti. Perciò era da un pezzo che avevo accantonato la questione. Del resto, perché continuare a crucciarsi se nessuno possedeva le risposte che cercavo? Ormai avevo deciso che l’avrei chiesto direttamente all’Altissimo, se mai mi fosse capitato di presentarmi al Suo cospetto. “Uffa, coda anche lungo l’ultimo rettilineo… Certo che con l’andare del tempo non ci sono affatto stati progressi nella circolazione stradale!” pensai con disappunto, riemergendo dalle mie elucubrazioni. Una volta tutto era più semplice, ci si poteva quasi materializzare in mezzo alla gente senza che nessuno si prendesse la briga di fare domande imbarazzanti, a parte qualche occhiataccia, per lo più sgomenta. In quel momento arrivai all’ingresso della facoltà, mi apprestai a strisciare il mio pass per accedere al parcheggio del cortile e mi ritrovai a riflettere che io, a differenza di molti altri della mia specie, mi ero del tutto integrato nell’era moderna. Magari grazie alla mia indole o alle frequentazioni di giovani studenti, non avrei saputo dire di preciso; ma amavo la vita che facevo: non mi mancava nulla e non volevo che cambiasse perché mi sentivo davvero realizzato. Poi pensai al clan degli Anziani, ossessionati dalla necessità di vivere nell’anonimato, mi annoiavano e mi infastidivano oltremodo. Erano tutti così seri e incartapecoriti, così all’antica! Ecco perché la maggior parte di loro viveva rintanata. Erano davvero inadatti a condividere il mondo degli umani. Per fortuna godevano di grosse rendite di denaro, frutto di un accumulo protrattosi per secoli. Parcheggiai l’auto nel posto assegnatomi e spensi la radio, che passava Hero di David Bowie. Non me n’ero quasi accorto, immerso com’ero nei miei pensieri. Mi ritrovai a osservare quante volte avessi ascoltato quel 7 pezzo e considerai che forse conciliava le riflessioni che avevo appena fatto, con quel suo ritmo ipnotizzante e inconfondibile. Mi sentivo di buon umore, perciò decisi di non rovinarmelo recandomi al bar per qualche uggiosa conversazione da inizio anno; ne avevo sentite mille volte, mi tediavano, tanto più che non avevo proprio voglia di trangugiare uno schifoso caffè. Non che lo facessero male; anzi a detta di tutti era bevibile, ma non era proprio il mio genere. Mi diressi quindi verso l’ala della facoltà che ospitava il mio dipartimento, orgoglioso del fatto che fosse quella più antica: del resto quale zona del Castello del Valentino poteva essere più adatta ad accogliere il dipartimento di Storia dell’Architettura Medioevale e Rinascimentale, se non il corpo centrale e più vetusto? Mi apprestai a salire con calma lo scalone di rappresentanza, che conduceva anche alla presidenza. Ogni volta che cambiavo ateneo mi gustavo quel gesto più di ogni altro, forse perché sapevo non lo avrei potuto fare per tutto il tempo che volevo. Avevo i giorni contati in qualsiasi università e ogni anno che passava decretava l’avvicinarsi della mia partenza verso un’altra per motivi di famiglia. Per quanto mi trovassi a mio agio tra gli umani, avrebbe sollevato non poche perplessità la presenza di un docente con il perenne aspetto di un venticinquenne, nonostante la carriera degna di un professore prossimo alla pensione. Dovevo farmene una ragione; anche se quel pensiero mi metteva sempre addosso una certa malinconia. Quel tratto del mio carattere era rimasto molto umano e, sebbene il passare dei secoli avesse stravolto la mia prospettiva del tempo in modo irrevocabile, mi ritrovavo sempre affezionato ai colleghi e ai luoghi che frequentavo, proprio come qualsiasi altra persona, e la dipartita mi provocava sempre una piccola fitta al cuore. Ero conscio che non avrei mai più potuto vedere quella gente e solo il pensiero che sarei comunque potuto tornare in quel luogo - anche se dopo una lunga assenza, per evitare con sicurezza di essere ricordato - mi dava un piccolo sollievo. Sapevo che almeno quel posto l’avrei rivisto, mi era concesso affezionarmi solo a quest’ultimo se non volevo soffrire. Ma che vita era potersi attaccare solo a delle cose? [...]






Il vincitore del Giveaway è il numero…

38
Complimenti a _trashinganarchy

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