giovedì 16 marzo 2017

RECENSIONE: Quattordici giorni. Un viaggio all'interno del sistema



TITOLO: Quattordici giorni. Un viaggio all'interno del sistema
AUTORE: Christian Sciatt
EDITORE: Echos Edizioni
COLLANA: Latitudini
PUBBLICAZIONE: 30/10/2015
PAGINE: 114
PREZZO: €10,00




TRAMA

Bastano dei ricordi, un foglio di carta e una matita per cambiare prospettiva. Ed ecco che il chirurgo diventa un manovale pieno si sé, la morte una scocciatura di fogli da compilare, l'ambulatorio una catena di montaggio, la sala operatoria una macelleria di carne umana, il paziente un numero da dimettere al più presto evitando possibilmente un coinvolgimento legale. La medicina smitizzata, enucleata del suo aspetto vocazionale. Il paziente visto dalla parte del medico disilluso, stufo di dover visitare malati immaginari e spazientito nel vedersi attorno più amministrativi che colleghi. Non è tutto nero però. C'è spazio per momenti divertenti, per l'amicizia e per l'amore. La solitudine fa da sfondo a questa carrellata di ricordi, scritti da un vecchio murato vivo in quello che ora chiamano "lungodegenza" ma che non è altro che la sala d'aspetto della morte.


RECENSIONE

Questa lettura particolare secondo me non è adatta a tutti, vi spiego il motivo: molto spesso si tende a dimenticare che i medici, esattamente come i pazienti, sono esseri umani e non si è preparati a sentir dire la verità, ovvero che alcuni di loro, nonostante la gravosita' del ruolo che ricoprono, svolgono il loro mestiere senza alcun coinvolgimento né dedizione. Quando si parla di medici si parla di vite umane, le nostre, è per questo che si tratta di una lettura difficile. Nel particolare è lo sfogo di un medico che ha coltivato con fatica ed impegno la propria passione, per poi rendersi amaramente conto della realtà delle cose. I retroscena raccontati nel libro spesso mettono i brividi, se non altro perché emerge la disattenzione nei riguardi dei pazienti in quanto persone, ma non solo. Se da un lato è impossibile non immedesimarsi nella sofferenza dei pazienti, è altrettanto vero che questi molto spesso esasperano il medico con il loro comportamento o pretendono da lui cure miracolose quanto impensabili, rimanendo delusi quando dalle analisi risultano essere in perfetta forma e non avere alcun bisogno di farmaci. Questo, unito ad orari di lavoro massacranti, ha come risultato la graduale rassegnazione. Resta solo l'etica professionale a qualcuno che ha visto il suo sogno trasformarsi poco a poco in un incubo.

Un libro certamente potente, da capire, che ci apre gli occhi su un mondo che spesso non conosciamo davvero.

Vi abbraccio
C.

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